Reflusso gastroesofageo: come migliorarlo grazie all’osteopatia

Il reflusso gastroesofageo (Gastroesophageal Reflux Desease o Gerd) è uno dei disturbi più diffusi nel mondo occidentale e solo in Europa colpisce il 10%-20% della popolazione. Si tratta di una malattia che in genere provoca fastidiosi rigurgiti acidi e bruciore dietro lo sterno, dovuti al passaggio di acido dallo stomaco all’esofago.

Le complicazioni
In più di tre persone su dieci affetti da questa malattia, inoltre il reflusso può complicarsi con erosioni, ulcere o restringimenti e la qualità di vita viene decisamente compromessa.
Chi ne soffre può anche lamentare sintomi “atipici” con bruciori occasionali che vengono gestiti con farmaci da banco. La medicina contiene i sintomi, ma purtroppo non risolve il problema alla radice.

Il trattamento manuale
Cosa può fare l’osteopatia in questi casi? Diversi studi condotti principalmente negli Stati Uniti hanno dimostrato come il trattamento manuale possa aiutare ad alleviare i sintomi riequilibrando l’organismo. In particolare, l’osteopatia si concentra sul muscolo diaframma e applica tecniche che interagiscono sul piano meccanico, neurovegetativo e somato-emozionale. Essendo una medicina manuale, essa agisce sia sull’apparato muscolo elettrico sia su tutto il sistema connettivo fasciale dell’organismo e interviene con successo in quanto la meccanica interferisce con la funzione.

Il nervo vago
Dopo la diagnosi del gastroenterologo, l’osteopata agisce con delicate ma precise manipolazioni sul diaframma toracico, un muscolo che influenza l’attività gastrica attraverso il sistema costale e le vertebre che innervano l’apparato gastroenterico.
Inoltre, le tecniche osteopatiche intervengono in maniera indiretta anche sul nervo vago, che parte dal cranio, decorre lungo il tratto cervicale attraverso la parte dietro la clavicola e affonda nel torace per poi diramarsi in gran parte dei visceri fra cui lo stomaco, per facilitarne il decorso.

Decontrarre i muscoli
In questo caso, la mano dell’osteopata interviene cercando di decontrarre la muscolatura, di togliere tutte le tensioni miofasciali e mobilizzando le articolazioni fra sterno e clavicola. L’approccio proseguirà su tutte le articolazioni sterno controcostali dove all’interno passa sia il nervo vago sia il nervo frenico, altro ramo nervoso che innerva il diaframma.

A livello osteopatico, il disturbo di reflusso gastroesofageo si approccia in genere con una seduta ogni settimana per tre settimane. Si prosegue poi con una seduta ogni sei mesi preferibilmente a inizio autunno e a inizio primavera.

La collaborazione fra gastroenterologo e osteoparata, secondo gli studi sicuramente meritevoli di approfondimento e la mia esperienza, può fornire risultati del tutto apprezzabili.

 

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